Maria Angela Pezza
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Nacque a Roma nel 1687, e già fin dai suoi primissimi anni di vita diede segni evidenti di essere un’anima prediletta dal Signore. Di carattere mite e buono, si dimostrò “angelo” di nome e di fatto tanto in famiglia come più tardi in Collegio, dove fu posta per completare la sua educazione ed istruzione non appena restò orfana dei genitori.
Dal tutore venne costretta al matrimonio nonostante la sua aperta e dichiarata riluttanza a tale stato, ma anche durante la vita coniugale fu esempio di pietà e di morigeratezza cristiana. Il suo pensiero assillante era sempre Dio: appena rimasta vedova, si affrettò a sistemare convenientemente i suoi tre figli e sotto l’abile direzione spirituale del camaldolese Alfonso Eufemi, monaco di San Gregorio al Celio, intraprese la fondazione di un Monastero di Oblate Camaldolesi, delle quali fu superiora, esempio e guida, attraverso una vita totalmente separata dal mondo, dedita unicamente al servizio di Dio nella preghiera, nel lavoro e nella penitenza.
Fu questo il monastero dedicato a S. Antonio Abate, inizialmente formato da semplici oblate che divenne in seguito un monastero di monache con voti solenni e clausura papale.
Dopo lunga vita di preghiera, d’austerità e di penitenza, la serva di Dio morì il 29 luglio 1758.
Le monache camaldolesi di Roma sono debitrici dell’esempio ed dell’insegnamento della loro Fondatrice del suo particolare attaccamento alla Santa Sede ed al Papa, che ha permesso loro il singolare privilegio della confezione delle artistiche palme, che per diverso tempo hanno presentato al Santo Padre. La primitiva sede del monastero fu presso la chiesa di S. Antonio all’Esquilino, e dopo la soppressione del 1870 la comunità si trasferì sul ridente colle Aventino, dove tutt’ora si trova.