Sant'Antonio Abate
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Siamo grati al medico anche per il medicamento doloroso; di fronte al patire dobbiamo esser grati a Dio; qualunque cosa ci accada è per il nostro bene.
Sant’Antonio viene abitualmente chiamato “il padre dei monaci”. Nato a Coma intorno al 250, nel cuore dell’ Egitto, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere prima in una regione deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Ancora in vita accorrevano a lui pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente, attratti dalla sua fama di santità; anche l’imperatore Costantino e i suoi figli cercarono il suo consiglio. La sua vita è raccontata da Atanasio, patriarca di Alessandria, nel IV secolo sotto forma di lettera indirizzata ai monaci dell’Occidente per offrire loro un modello di vita monastica.
Solo in due volte occasioni Antonio abbandonò temporaneamente la sua vita eremitica: la prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia; la seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea.
Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o da animali domestici (come il maiale), di cui ne è il popolare protettore.